Hey readers,
oggi vi porto la mia seconda collaborazione con Maria Cristina Pizzuto (la prima è linkata qui) a cui sono sempre molto molto grata della possibilità.
“La vendetta di Nirak” raccoglie la trilogia delle avventure di Castel Marina, o meglio le peripezie all’interno di un castello di un piccolo borgo che sorge a picco sul mare. Sono storie raccontate da nonna Erica ai nipoti, in una delle tante vacanze invernali davanti a un caldo caminetto. La storia inizia con la descrizione dell’infanzia e dell’adolescenza della signorina Elisabetta, la figlia del signor Nirak, padrone del castello, fino a un fatidico incidente che porterà la giovane alla morte e così anche a quella di suo padre. Il castello diventerà un albergo. Da qui si susseguono persecuzioni e vendette del fantasma di Nirak nei confronti dei clienti, alla ricerca di un’anima simile a quella della sua bambina deceduta per farla sua per sempre. Ma lo spettro non ha fatto i conti con lo spirito di Elisabetta, che continuerà a proteggere le persone prese di mira dall’incubo del fantasma di suo padre. Solo il sacrificio di Sabrina, molto simile caratterialmente a Elisabetta, porrà fine a tutte le vendette di Nirak, restituendo tranquillità alle generazioni future.
Ho apprezzato molto la cornice narrativa impostata dall’autrice attraverso cui, nonna Erika, introduce come “ricordi di una vita passata” le tre storie legate a Castel Marina e al suo castello; è veramente bello il fatto che si tratti di storie natalizie raccontate in un clima confortevole e inglobante per il lettore stesso, che mi hanno dato un grande senso di serenità prima di entrare nel vivo dei racconti.
La trilogia affronta tre tematiche molto diverse tra loro, pur essendo concatenate tra loro. Questo è indubbiamente molto interessante per attrare un pubblico più ampio e variegato (personalmente la mia storia preferita è stata la seconda, anche se l’ultima mi ha tenuta davvero col fiato sospeso).
Il personaggio del Signor Nirak è indubbiamente interessante, è un uomo freddo e distaccato, consumato dal dolore causato dalla morte della moglie. Dal punto di vista psicologico il rapporto con la figlia è indubbiamente distaccato e freddo, la ama e la protegge con molto impegno, ma si mantiene sempre un po’ distante da lei, come se avesse paura di rimanere nuovamente ferito aprendo nuovamente il cuore a qualcuno.
Mi sento vivamente di consigliarvi questa lettura!!
Caterina