Hey readers,
oggi vi porto il romanzo d’esordio di Orione Lambri, un fantasy distopico molto affascinante, insolito e sconvolgente; ci tengo a ringraziare Lance Libere per essersi affidati a me per la lettura del libro.
“Agharta” si apre nel 2012, l’economia mondiale è in crisi, mentre catastrofi, sommosse e un’ondata di suicidi devastano il pianeta. Tutto sembra voler presagire l’Apocalisse Maya prevista per il 21 dicembre, quando il mondo finirà nello schianto di una cometa. Le religioni androcentriche non sono in grado di offrire una via di salvezza come invece promette di fare il nuovo gioco AGHARTA, una neurosimulazione interattiva di massa che conquista subito migliaia di giocatori.
La testimonial e guida del gioco è Cassiopea, una pornostar la cui scomparsa avvenuta anni prima è avvolta nel mistero. Jane Stuart Mill è tra le prime a provare il gioco che riproduce fedelmente scenari del mondo reale e in cui tutto viene governato dall’energia chiamata Vril. Ben presto però Jane si renderà conto che l’esperienza che sta vivendo ad AGHARTA è molto più reale del reale. I sogni premonitori che vive nel gioco la condurranno da Klandestina e insieme dovranno riuscire ad aprire la strada verso nuove realtà, perché in questo mondo ormai il re è nudo.
L’unica speranza è la regina.
Adesso veniamo alla mia opinione…
Ho trovato questa lettura molto affascinante sia per le migliaia di riferimenti storici, mitologici, ecc. che sono sicuramente prova della grandissima cultura e conoscenza dell’autore. Mi sento, però, di precisare che non è una storia facile: si tratta di un libro piacevole, ma che richiede una buona quantità di concentrazione e dedizione alla lettura che, almeno nella parte iniziale, necessita di attenzione nel seguire lo svolgimento dei fatti e nel contestualizzare i personaggi.
Riconosco che si tratta di un testo lungo e denso (sono circa 500 pagine), ma se siete amanti del genere fantasy sicuramente non farete un grande sforzo nella lettura!
I continui cambiamenti tra realtà e gioco e tra i personaggi danno una visione ampia e più completa della realtà virtuale (per esempio abbiamo la visione di chi è dentro il gioco e di chi ne è fuori).
A mio parere l’intreccio tra gioco e politica è intrigante e, pur non essendo accaduto realmente, è trattato in maniera verosimile e molto affascinante (a me è piaciuto moltissimo il prologo stesso perché anche solo leggendo quello la curiosità sale a tal punto da finire il libro!).
Mi è piaciuto moltissimo il personaggio del Professor Drake e, più in generale, la parte della narrazione ambientata a Bologna (che tra le altre cose viene descritta minuziosamente dall’autore – avendo io visitato la città varie volte mi sono ritrovata nella descrizione di alcuni luoghi).
In conclusione cosa penso di questo libro? E’ un romanzo d’esordio quindi dobbiamo tenere a mente che l’autore potrà riservarci ancora molto e farà tesoro delle proprie esperienze. Detto questo per me è un bel romanzo, solo in alcuni punti tende a complicarsi molto e richiede impegno da parte del lettore per non perdersi nei meandri della storia. Questo aspetto è un piccolo difetto perché rischia di causare una perdita d’interesse, ma, al tempo stesso, è un tratto distintivo che esprime la complessità del mondo aghartiano.
Caterina