Le ragazze di San Frediano – V. Pratolini

Hey readers,

dopo un lungo periodo di assenza torno a parlarvi di libri…

“Le ragazze di San Frediano” tratta di un giovane impiegato di nome Bob, rubacuori del Borgo San Frediano, rione fiorentino che si trova “di là d’Arno”, come si dice a Firenze. Egli, che millanta di aver partecipato alla Resistenza, si finge innamorato contemporaneamente di cinque ragazze, con ognuna delle quali dice di essere fidanzato. Tosca, una delle ragazze “da collezione” di Bob, scopre il suo gioco, e comincia ad insospettirsi. Le altre fanno una riunione con lei e preparano un complotto, una beffa per il bel rubacuori. Un giorno Bob si reca insieme ad una ragazza alle Cascine, zona di Firenze adibita a parco pubblico, con viali e prati, vicina all’Arno, ma non sa che le altre si sono nascoste per sorprenderlo. All’improvviso esse si mostrano e impongono al “giovane dalle belle ciglia” di scegliere una di loro come fidanzata. Lui rifiuta di prendere una decisione e pretende di continuare indefinitamente la strana situazione poligamica, minacciando le ragazze di sparlare di loro rovinando così la loro reputazione. Le sue conquiste vanno su tutte le furie e reagiscono picchiandolo come Menadi inferocite, poi spogliandolo e sottolineando ferocemente le ridotte dimensioni del suo membro virile. Bob, scoperto dall’evidenza dei fatti e umiliato, da quel momento abbandona il suo atteggiamento da Don Giovanni, diventa un ragazzo di San Frediano come tutti gli altri e si fidanza con Mafalda, una delle partecipanti al complotto contro di lui.

Un aspetto che mi ha colpita immensamente di questo libro è la descrizione della realtà quotidiane delle ragazze, Pratolini, in maniera semplice ma efficace, riesce a mostrare a pieno tutte le sfaccettature della periferia fiorentina del dopoguerra. Sono tematiche che mi affascinano moltissimo e devo dire che questo autore è capace di addentrarvisi in maniera sublime.

E’ una narrazione tremendamente attuale pur essendo ambientata circa sessant’anni fa, ragazzi come Bob esistono da sempre ed esisteranno per sempre; ma ragazze come quelle di San Frediano sono uniche! Sono ragazze forti e determinate segnate dalle tragedie e dal duro lavoro, pronte a tutto per ottenere quello che desiderano. E’ una storia divertente e spassosa, un salto nel passato!

Io sono una grande fan della naturalezza e del “verismo” di questo autore. Vi rimando alla recensione de Il Quartiere, un’altra opera dello stesso autore e della stessa interessantissima pasta!

-Caterina

Adrenalina – C. Weiz

Hey readers,

torno a parlarvi di un’autrice ormai cara ai nostri schermi, ho letto davvero tanto di suo ed è sempre un piacere partecipare ai suoi Review Party!

“Adrenalina” una serie di romanzi polizieschi con molta avventura! Più grande è il Male, più mortale è il gioco. L’agente speciale Sophie Nowack è ancora in fase di recupero, sia fisico sia mentale dopo suo ultimo incarico, nella Foresta Nera, quando viene chiamata d’urgenza alla sede della Fedpol. La reporter Gabriella Sanchez, figlia dell’Anchorman della SRF, la principale emittente della televisione Svizzera, è stata rapita e il sequestratore chiede di trattare esclusivamente con lei. Mentre Sophie, con l’aiuto di una squadra speciale, batte ogni pista, qualcuno che ha tutte le risposte la insegue, sempre un passo in avanti e più determinato che mai a metterla in ginocchio in una spietata resa dei conti. Molto presto, sia per Sophie, sia per il pluriomicida, la verità che li sta soffocando scenderà su di loro come una rivelazione punitiva. Il caleidoscopio di sentimenti che Sophie sta provando, lo stesso che, se provato al momento giusto, potrebbe portare luce nell’oscurità in cui vive, arriva invece con una potenza devastante, e quando tutto intorno a lei minaccia di crollare, chi riuscirà a salvarla da se stessa? Avresti il coraggio di guardare, a ogni un sussulto del cuore, delle realtà sinistre e sconosciute, se dietro di loro si celasse l’abisso? Carmen Weiz torna con il quarto libro della serie Swiss Legends. Una lotta sfrenata contro il tempo per il miglior agente delle Forze Speciali Svizzere nel tentativo di salvare una vita innocente, ma soprattutto se stessa, perché i mostri che hanno sembianze umane predano chiunque, persino a lei. “Cosa renderà il nostro gioco così divertente? Ho le carte migliori. Conosco le mani. E l’agente Sophie Nowack… lei non sa nemmeno che stiamo giocando.”
Questo libro può essere letto singolarmente, ma per entrare meglio nella storia dell’agente Sophie Nowack si consiglia di leggere il secondo e il terzo libro della serie, intitolati “La bellezza del male” e ”La voce dell’innocenza”.
Se, invece, vuoi conoscere anche la storia dell’agente dell’Agenzia Kieran Heizmann, allora non perdere il primo libro della serie intitolato ”Unique.”

Parto col dire che l’unione delle trame e dei personaggi di varie serie dell’autrice ha indubbiamente catturato il mio cuore!

E’ bellissimo il cambiamento, il divenire, che si sviluppa nella protagonista. E’ interessante come la penna dell’autrice sia stata in grado di plasmare un personaggio così dinamico, denso di emozioni e sentimenti reali, un personaggio tridimensionale!

Pur trovandoci davanti a un quarto volume, l’autrice non ci delude, mantiene la trama avvincente e interessante e fa appassionare i lettore ai suoi personaggi e alle loro vicende!

Vi consiglio questo libro se cercate una storia adrenalinica e travolgente! Un romanzo poliziesco con delle forti note romantiche. E’ perfetto per chiunque voglia lasciarsi trasportare dalle pagine di una storia meravigliosa!

Carmen Weiz - Adrenalina (Swiss Legends #4) (2021) » Italy Download

Il malinteso – I. Némirovsky

Hey readers,

Ritorno sui vostri schermi parlandovi di un libro che mi è stato regalato e che sono davvero felice di aver letto; Irene Némirovsky è un’autrice di cui da molto tempo desideravo leggere qualcosa….

“Il malinteso” è un romanzo breve, ma intenso. “L’amore, mia cara, è un sentimento di lusso!”: questo cerca di spiegare una madre che ha molto vissuto (e che dalla vita ha imparato una grande lezione: “Dare pochissimo e pretendere ancora meno”) alla figlia innamorata e infelice. Ma lei, Denise, non lo capisce: quando suo marito glielo ha presentato sulla spiaggia di Hendaye, Yves le è apparso come un giovanotto elegante, raffinato, di bell’aspetto; e poiché alloggiava nel suo stesso albergo, ha creduto che fosse ricco quanto l’uomo che ha sposato, e a cui la lega un affetto tiepido e un po’ annoiato. Poi il marito è stato richiamato a Londra da affari urgenti, e quelle giornate di settembre “piene e dorate ” sono state come un sogno: la scoperta della reciproca attrazione, le passeggiate, le notti d’amore. Il ritorno a Parigi ha significato anche un brusco ritorno alla realtà: no, Yves non è ricco, tornato dal fronte si è reso conto di aver perduto tutto, ed è stato costretto (lui, cresciuto in un mondo in cui “c’erano ancora persone che potevano permettersi di non fare niente”) a trovare un impiego che lo avvilisce e lo mortifica. In questa cronaca di un amore sghembo, in cui si fronteggiano due inconsapevoli egoismi, la giovanissima Irène Némirovsky sfodera già il suo sguardo acuminato e una perfetta padronanza della tecnica narrativa.

Questo libro è stato quello che definirei il libro giusto al momento giusto… mi sono ritrovata molto nelle parole e nella narrazione di Irène.

Ho trovato questa storia immensamente realistica e attuale: pur essendo ambientata in epoca passata una tematica come un “amore difficile” legato a un adulterio è ancora oggi molto comune, i matrimoni di interesse non sono completamente scomparsi e, anche quelli più stabili, possono andare in crisi davanti a un vero grande e sconvolgente amore.

E’ interessante la doppia visione che possiamo cogliere, l’autrice infatti non si focalizza sul punto di vista di uno solo degli amanti, ma bensì tratta la storia come un alternarsi dei loro punti di vista. E’ interessante come sia riuscita a empatizzare a tal punto con due personaggi diametralmente opposti che al contempo hanno così tanto in comune.

ALLERTA SPOILER: ho trovato il finale struggente perchè, proprio come dice il titolo, la rottura di questo grande sentimento è da imputare a un malinteso, o meglio, a una serie di incomprensioni e differenze che caratterizzano la vita dei due amanti e culminano nella loro triste separazione. Mi ha molto colpita l’ultima pagina in cui la protagonista femminile realizza di essere stata felice per mesi senza essersene mai resa conto (l’ho trovata maledettamente toccante e condivisibile).

La strega e il capitano | L. Sciascia

Hey readers,

dopo un considerevole blocco del lettore torno sui vostri schermi parlano di uno dei miei autori preferiti, ossia Sciascia!

“La strega e il capitano” è un romanzo breve di Leonardo Sciascia. Inizialmente apparso a puntate sul Corriere della Sera, fu poi raccolto in volume e pubblicato da Adelphi. Sciascia ricostruisce la vicenda di Caterina Medici, condannata al rogo nel 1617 per stregoneria, il cui processo viene citato da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi e in Storia della colonna infame. La storia inizia nel dicembre 1616 quando Luigi Melzi, senatore del Ducato di Milano, comincia ad accusare forti dolori allo stomaco che i suoi medici non riescono a guarire: si comincia pertanto a pensare che il senatore sia soggetto al maleficio di una strega. Il capitan Vacallo, amico del Melzi, accusa subito la serva Caterina, che prima di trovarsi a servizio dal senatore era cameriera in casa sua; Sciascia ne approfitta per sciogliere un equivoco in cui molti autori (Manzoni compreso) sono caduti: dalle carte del processo risulterebbe che, secondo il Vacallo, Caterina lo aveva sedotto con le proprie arti magiche per giacere con lui e concepire ben due figli; in realtà le serve del Vacallo di nome Caterina erano due, una più vecchia (la Medici) e una più giovane, con la quale il capitano avrebbe avuto due figli prima di allontanarla. Il Vacallo, però, accusa Caterina Medici di aver insegnato all’altra le arti stregonesche allo scopo di sedurlo.

Questo testo, che a mio parere rientra nel genere del saggio, mi ha attratta sin da subito per le sue tematiche. Ritengo che sia importante conoscere quelli che sono i fatti legati alle “accuse di stregoneria” dei secoli passati perché è importante a livello antropologico capire quali erano i fattori scatenanti che portavano le persone ad accusare una donna di compiere atti magici-malefici aiutata dal diavolo. Nel caso di Caterina, infatti, non erano molto fondati, oltre all’errore di persona che Sciascia riesce a dimostrare (portando giustizia in nome della condannata) abbiamo le torture e la necessità di accondiscendere gli inquisitori come unica vera prova di “reato”.

Questa vicenda mi ha ricordato molto “La Chimera”, il libro di Sebastiano Vassalli di cui abbiamo parlato l’anno scorso. Mi tocca sempre molto quello che lo stigma sociale che porta all’accusa.

Mi ha interessata molto anche tutto l’intreccio e lo scambio di persona, un aspetto caratteristico del libro che Sciascia riesce finalmente a spiegare dimostrando ulteriormente l’ingiustizia di cui è vittima Caterina Medici.

L’unica nota negativa che mi sento di sottolineare è che non è una lettura facilissima. Sciascia ha solitamente una prosa molto scorrevole e di facile comprensione, ma date le molteplici citazioni riportate letteralmente e la complessità stessa delle tematiche trattate, non mi sento di consigliarlo a tutti. Nel complesso, se siete disposti a fare un po’ di fatica nel seguire le dinamiche, è un testo che merita attenzione!

– Caterina

Memè Scianca | R. Calasso

Hey readers,

oggi parliamo di uno dei libri più chiacchierati dell’ultimo periodo!

“Memè Scianca” è un percorso di vita tra le grandi personalità del ‘900. Un padre racconta ai figli, che glielo hanno chiesto, quello che ricorda dei suoi primi dodici anni, di cui loro non sanno quasi nulla. Storie troppo remote, pensa. Che differenza poteva esserci, in fondo, ai loro occhi, fra Firenze durante la guerra, dove era cresciuto, e per esempio la steppa dell’Oltre caucaso di Florenskij, alla fine dell’Ottocento? Non molta. Apparteneva tutto a quell’età incerta e fumosa che precedeva la loro nascita. E poi, da dove cominciare? La prima immagine della guerra, intravista dalla finestra di una soffitta clandestina nel centro di Firenze. La vecchia villa di San Domenico, dove un mattino, a seguito dell’assassinio di Giovanni Gentile, suo padre viene arrestato come pericoloso antifascista. Il polverio che sale dalle macerie di Por Santa Maria, subito dopo che i tedeschi hanno fatto saltare i ponti. Poi i giochi – e i libri che impercettibilmente ne prendono il posto. L’immersione nella letteratura e la scoperta della musica. E Firenze, quella Firenze degli anni subito dopo la guerra, separata da tutto, anche dal resto dell’Italia. Una lastra impenetrabile e trasparente confermava quella convinzione della città di essere a parte. E un giorno, forse anche prima di saper leggere, chi scrive dichiara che il suo vero nome è Memè Scianca.

Questo libro, insieme a Bobi, è stato l’ultimo tributo lasciato dall’autore al mondo della letteratura. I due testi sono usciti, infatti, il giorno successivo a quello in cui questo nobile autore ci ha lasciati. Ci tengo a precisare che dal degno lavoro di quest’uomo nacque anche la grande casa editrice Adelphi (come sapete una delle mie preferite).

Leggendo queste pagine è facile dedurre come l’autore sia diventato la persona che tutti noi conosciamo, come sia cresciuto in un ambiente intriso di cultura, ma soprattutto di ideali. E’ proprio l’esempio di ideali di libertà che sin da bambino apprende da tutti gli adulti che lo circondano che hanno forgiato una personalità così di spicco.

Sarò sincera, il fatto che l’autore abbia trascorso l’infanzia nella mia amata Firenze è stato il principale motore che mi ha indirizzata a scegliere questo volume anziché altri sullo stesso scaffale (ossia la top 10 della Feltrinelli). Io sono un’amante di Firenze, a dirla tutta sono completamente innamorata di questa città e in questo libro, oltre ai tributi architettonici, ho trovato molti accenni a persone, movimenti culturali, letteralmente all’aria che hanno caratterizzato questa città. Se posso dare un consiglio spassionato vi invito a leggervene qualche passaggio recandovi nei luoghi a cui fa riferimento… così questo racconto sembrerà ancora più reale!

Traendo delle conclusioni ve lo consiglio assolutamente e magari prossimamente recupererò Bobi o qualsiasi altro suo scritto e ci troveremo ancora su questo link a parlarne!

Caterina

Stranalandia | S. Benni

Hey readers,

oggi portiamo un mio nuovo ed entusiasmante articolo su Stefano Benni (Bar Sport e Il bar sotto il mare)

“Stranalandia” è un un’interessante raccolta di animali. Il 15 giugno 1906, una nave fa naufragio durante una tempesta e gli unici superstiti sono i professori Achilles Kunbertus e Stephen Lupus, docenti di zoologia presso l’Università di Edimburgo, i quali, navigando su una scrivania di noce, mangiando gomma di matita e bevendo acqua piovana, approdano su un’isola ignota a tutti, popolata da animali stranissimi come il Cockeruth, il Pescemobile, il Gorilla Vaichesei, il Leometra e tanti altri. Questa isola, poi battezzata Stranalandia, è abitata da un solo indigeno, Osvaldo e quasi tutto prende nome da lui; poi ci sono tre sirene: Maria Delfina, Maria Balena e Mariovalda, rispettivamente la moglie, la suocera e la figlia di Osvaldo. Quando i due professori tornano in Scozia, non vengono creduti e molti provano a capire dove Stranalandia sia ubicata geograficamente, senza raggiungere nessun risultato. Nel libro, oltre ai fantasiosi animali (con i corrispettivi nomi scientifici) sono presenti anche descrizioni di alcuni cibi particolari stranalandesi, una leggenda sulle origini di Stranalandia e varie nozioni di lingua stranalandese. Nella finzione letteraria, quello rinvenuto è il secondo di tre volumi compilati dai professori Kunbertus e Lupus.

Tutto il libro si concentra appunto sulle fantasiose e colorate descrizioni di animali fantastici e bizzarri, la caratteristica principale che li distingue sono dei tratti tipicamente umani (come comportamenti e abitudini) che costituiscono la loro natura.

Il personaggio che ho preferito in assoluto è l’Osvaldo, ossia l’unico non-animale dell’isola a cui qualsiasi misurazione fa rifermento (es. alto un Osvaldo e mezzo)!

Si tratta di una raccolta divertente e scorrevole, molto veloce da leggere e facile da seguire anche in momenti di bassa attenzione.

Caterina

Nudi e crudi | A. Bennett

Hey readers,

oggi parliamo della mia prima lettura di Alan Bennett, un altro grande autore di cui ho fatto conoscenza grazie a ReadVlogRepeat!

“Nudi e Crudi” è un romanzo che colpisce. Trovare la casa svaligiata dai ladri è senza dubbio un evento sinistro. Ma se spariscono anche la moquette, il rotolo della carta igienica, il forno e l’arrosto che attendeva lo scatto del timer, è palese che non può trattarsi di un semplice furto. E l’allibita vittima – in questo caso un avvocato londinese agiato e pedante – ha tutto il diritto di pensare a una beffa del destino, o a una nuova formula, certo piuttosto radicale, di candid camera. Travolti da una realtà truce e demenziale, l’avvocato e la sua spenta consorte si trovano ad affrontare un rompicapo di comica suspense, dal quale schizzano fuori, come da una scatola a sorpresa, colpi di scena turbinosi. Questo racconto suscita una reazione pressoché unica nella letteratura degli ultimi anni: una ilarità che assale sin dalle prime righe – e quanto più si procede, tanto più essa si mescola con la percezione di una inquietante perfidia.

Questo è senza ombra di dubbio un libro perfetto per riflettere ampiamente sull’eccessiva necessità di beni materiali su cui si basa la nostra società, quando i protagonisti si ritrovano nell’appartamento vuoto riscoprono quali sono le loro effettive necessità ed acquistano un mobilio più semplice. Inoltre possiamo anche soffermarci sul cambiamento che gli eventi scatenano o meno nei personaggi e come queste influiscano successivamente sulle loro vite.

L’umorismo con cui si condisce la storia ha delle note abbastanza amare, è un umorismo all’inglese – non sempre facile da capire, ma abbastanza intrigante!

Trovo che la scelta dei personaggi; ossia una coppia abbastanza infelice che non ha mia sviluppato un vero e proprio legame, sia una critica velata mossa verso quella parte della società inglese. Soprattutto Mr Ransome è il classico uomo distaccato che nutre la propria esistenza unicamente di lavoro, che si mostra ostile verso le nuove invenzioni e verso la novità in generale, un uomo incapace di integrarsi realmente col mondo, congelato nelle proprie abitudini.

Caterina

Le libere donne di Magliano | M. Tobino

Hey readers,

oggi parliamo della mia seconda lettura del celebre psichiatra, poeta e scrittore Mario Tobino (qui trovate il mio articolo su “La ladra”).

“Le libere donne di Magliano” è una raccolta di vite, fatti e malattia. A pochi chilometri da Lucca il colle di Santa Maria delle Grazie e in cima il manicomio. Il paese più vicino è Magliano. Così, «venire da Magliano» per la gente del luogo significa portare il segno della pazzia, di una vita attraversata dal vento sublime e dannato della sofferenza mentale. In un reparto psichiatrico femminile, negli anni precedenti l’età degli psicofarmaci e della riforma Basaglia, un medico vive con donne aggressive, tristi, erotiche, disperate, orrende, miti, malate o semplicemente fuggite dal mondo. Questo romanzo è il poema della profondissima e unica atmosfera che pervade le stanze della follia: «il manicomio è pieno di fiori, ma non si riesce a vederli».

Questo libro non ha fatto al caso mio.

Riconosco quelli che sono gli aspetti innovazione riportati da Tobino quando ha fatto uscire questo testo nel ’53; in quel periodo non si sentiva parlare di matti e malattia mentale, gli ospedali psichiatrici erano visti come un luogo lontano in cui spedire le parti della società che non si volevano osservare. Da questo punto di vista ha osato e detto molto, per questo mi spiego il successo del libro. Ma se vogliamo parlare della lettura in termini “letterari” leggere questo libro è stata una tortura!

Sono molto interessata alle tematiche e per questo ho continuato a girare pagina, ma il modo in cui l’autore ha riportato i fatti è ben lontano da quello che definirei una narrazione: fatti e personaggi si intrecciano tra loro, con salti tra presente e passato. Leggere questo testo sembra proprio come mettere il naso tra gli appunti del dottore trovandoli sparsi e confusi su un tavolo. Sono scritti in maniera altalenante, in alcuni momenti sembra comprensivo e compassionevole, in altri guarda ai malati con un occhio quasi sprezzante (e questo mi ha un po’deluso).

Traendo delle conclusioni, credo che possano esserci testi che raccontano meglio quello che accadeva effettivamente nei manicomi prima della legge Basaglia, ma una parte di me vuole credere che questo punto di vista così intrinseco alla storia e così “semplice (che racconta tramite appunti e rimembranze)” possa in qualche modo riportarci indietro nel tempo al fianco di un medico del ventesimo secolo che si trovava alle prese con la vera pazzia, ovvero quella prima delle diagnosi accurate e dei farmaci!

Caterina

Daddy | E. Cline

hey readers,

oggi parliamo della mia prima lettura dell’autrice Emma Cline di cui ho sentito moltissime volte tessere le lodi da ReadVlogRepat. Con questo testo partecipo all’ultima tappa del #gdldeibuonipropositi organizzato da @senzacensurabooks che consiste in un romanzo breve (piccola eccezione con piccoli romanzi brevi riuniti ahahah).

“Daddy” è una raccolta di racconti. Una famiglia perfetta, forse troppo, si riunisce per il Natale sotto lo sguardo di un padre pieno di colpe. Una commessa decide di vendere la propria biancheria intima su Internet per fare qualche soldo. Un uomo scopre quanto suo figlio può essere crudele. Una baby-sitter provoca uno scandalo e capisce che ama essere al centro dell’attenzione. Una sex addict prova a sedurre un celebre chef televisivo accusato di molestie. Un libro magistrale e provocatorio in cui il desiderio si fa ossessione, il sesso un’arma, la giovinezza un’esca. Al centro, padri e maschi inadeguati, inetti, perduti, quasi sempre colpevoli nelle complicate relazioni tra uomini e donne, genitori e figli. Dopo il successo de Le ragazze, un’opera tesissima e meravigliosa, che conferma l’impressionante capacità di Emma Cline di immergerci in un mondo vibrante di umanità e ferocia.

Una serie di storie molto interessanti, sono variegate e ben strutturate; alcune mi hanno colpita più di altre, ma per riuscire a coinvolgermi con dei racconti l’autrice dimostra di avere una grande competenza e capacità narrativa!

Le mie storie preferite sono Marion, Los Angeles e Arcadia; mi hanno colpita perché raccontano delle realtà marginali e poco trattate, è proprio per questo mi hanno trascinata nella lettura anche se ero sulle calde spiagge salentine (accuserò Emma Cline di avermi privato di qualche bagno con questo libro).

Caterina

Shining | S. King

Hey readers,

come potevamo non parlare di uno dei più grandi libri di Stephen King? Eccovi qui il maestoso libro!

“Shining” è uno dei re indiscussi dell’horror. Ci troviamo all’Hoverlock Hotel, un maestoso albergo, che domina le alte montagne del Colorado e situato a 65 chilometri dal più vicino centro abitato. Qui, Jack Torrance, ex insegnante disoccupato con problemi di rabbia e alcolismo si trova ad assumere il ruolo di guardiano nel periodo di inattività della struttura, ossia l’inverno quando l’albergo si circonda di neve e rimane completamente isolato dal resto del mondo. Con lui ci sono la dolce Wendy, sua moglie e il figlioletto Danny di appena cinque anni. E’ proprio intorno allo sveglio bambino che tutte le forse sovrannaturali e i fantasmi che popolano l’Hoverlock si direzionano. Danny, infatti, possiede quella capacità che nel testo originale è definita “shining” ossia il potere di percepire squarci di futuro, ma soprattutto di passato; ed è proprio il passato della struttura che molto velocemente inizierà a bussare alla mente del bambino, servendosi del padre (che a sua volta possiede un piccolo “shining“) per appropriarsi di questa forza. Danny però dovrà farcela da solo, aiutandosi con il sostegno inizialmente scettico della madre, con le visioni date dal suo amico-immaginario Tony e con i consigli del cuoco dell’albergo, che non appena arrivato ha sentito i suoi poteri.

Una nota immensamente interessante è la storia dell’Hoverlock, un albergo che nell’ambientazione del libro ha appena una settantina/sessantina di anni racchiude nelle sue pareti una marea di ricordi e di eventi che ricostruiscono la realtà americana. Ad essere sincera i “fantasmi” che lo popolano sono una delle cose che mi ha incuriosita di più.

Tocca anche molte tematiche che possiamo definire attuali. Una tra tutte l’alcolismo, un problema di cui non è comune sentire parlare e che viene spesso sottovalutato. E’ interessante perchè tratta tutto quello che è il processo e i fattori che portano alla dipendenza, per non parlare di tutte quelle che sono le difficoltà per uscirne, molto bello!

I personaggi che ho più apprezzato sono Wendy e Dick (il cuoco). La prima pur apparendo fragile e spaventata cerca in ogni modo di farsi forza e lotta con tutte le sue forze, prima per mantenere a galla il suo matrimonio e poi per salvare suo figlio. Il secondo è un personaggio buono e amichevole che cerca in ogni modo di aiutare il bambino a gestire quelle che sono pressioni troppo forti per un bambino.

L’unica nota negativa sono le descrizioni – ovviamente necessarie – ma che rallentano troppo la lettura e talvolta fanno scivolare via la paura che si instaura nel lettore. Pensavo, infatti, che il manoscritto fosse perfettamente descritto per trarne il film perfetto che dimezzando i tempi avrebbe aumentato l’ansia, proprio per questo i cambiamenti di Kubrick mi hanno un po’ delusa.

Caterina