Recensione: La Locandiera | C. Goldoni – MuatyLand

Astuta donna d’affari o femmina vanitosa? le discussioni sulla Locandiera, la più famosa delle commedie di Goldoni, iniziano con la sua prima rappresentazione nel 1752. È la storia di Mirandolina, bella proprietaria di una locanda alle prese con le proposte amorose di conti e marchesi e con la misoginia del Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina alla […]

Recensione “La Locandiera” di Carlo Goldoni

La casa dei ricchi | C. E. Gadda

Hey readers,

oggi vi porto una lettura che ho acquistato praticamente per caso nella mia uscita pomeridiana del weekend, ma che si è rivelata veramente molto molto particolare.

“Sangue: vesti scomposte: gonna arrovesciata. Ipotesi di delitto passionale: di tentata violenza: di rapina. I gioielli, i libretti di risparmio, il denaro, sono stati asportati dal cassettone. Macchie di sangue fino al lavandino della cucina.” Nel 1948 le «miserrime configurazioni argentarie» spingono Gadda ad accettare un arduo incarico: ricavare dal “Pasticciaccio” non ancora completato (ne erano uscite solo cinque puntate in rivista) il soggetto di un film. “Il palazzo degli ori” gli costa un mese di fatica, ma non soddisfa la Lux Film, che gli chiede di riscriverlo e, soprattutto, compendiarlo: nasce così “La casa dei ricchi”, che presentiamo qui per la prima volta. Le opere di Carlo Emilio Gadda (1893-1973) sono in corso di pubblicazione presso Adelphi; fra i titoli più recenti ricordiamo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (2018) e “Divagazioni e garbuglio” (2019).

Stavo vagando in libreria quando mi sono imbattuta nella serie Microgrammi edita Adelphi, come potevo resistere a questi mini-libri? Così mi sono messa a leggere la quarta di copertina e questa mi ha catturata a pieno (è quella che trovate scritta in corsivo sopra). Quando ho iniziato a leggere mi sono resa conto che non mi trovavo davanti a quello che mi aspettavo, ma stranamente mi ha catturata comunque.

Mi sono trovata, infatti, davanti a una scrittura cinematografica di un giallo, uno stile di scrittura davanti a cui non mi ero mai trovata, ma che mi è piaciuto. Ovviamente non si tratta di un vero e proprio thriller dato che sin dall’inizio sappiamo chi è il colpevole. Ma è interessante la struttura delle vicende in sè.

La parte indubbiamente più interessante è la parte iniziale che spiega tutte le motivazioni psicologiche e comportamentali che vanno a motivare e giustificare le azioni che svolgono i vari personaggi. Per esempio possiamo capire cosa si nasconda dietro la psiche della signora Liliana e di come sfoghi la frustrazione causatale dalla mancanza di prole, occupandosi di giovani ragazze orfane o prive di sostentamento adottandole come figliocce.

Caterina