La fidanzata d’America | G. Cafari Panico

Hey readers,

oggi vi porto una bellissima collaborazione con muselunghe, una pagina Instagram a cui fa capo un’associazione culturale che promuove e produce cultura sostenendo ogni Musa.

“La fidanzata d’America” è la storia di Ada e di un matrimonio molto complicato. Ci troviamo in Abruzzo nel 1920, quando il fratello della nostra protagonista viene riaccompagnato a casa direttamente con la carrozza reale, essendo diventato il confessore ufficiale della Regina del Regno d’Italia. Nicola è stato costretto a rientrare visto che la sua situazione sanitaria è in continuo peggioramento per la scheggia che, durante la Prima Guerra Mondiale (mentre faceva il cappellano al fronte), lo ha colpito alla gamba. Al suo ritorno apprende che la cara sorella è ufficialmente fidanzata con un ragazzo della zona, un apprendista sarto parente di briganti locali. Nonostante il padre abbia dato il consenso formale, sia lui che la matrigna, che tutta la famiglia sono altamente contrari e cercano di fare di tutto per farle cambiare idea. Infatti, al disonore generale si unisce anche il fatto che il ragazzo si sia trasferito in America per cercare lavoro e abbia promesso di raccogliere il denaro per far espatriare anche Ada. Tutta questa situazione porterà la nostra protagonista a riflettere molto sulla propria situazione e alla fine dovrà decidere. [per sapere cosa decide dovete assolutamente leggere il libro]

Alcuni dei primi capitoli sono molto brevi e come sapete è una cosa che mi piace molto perché la lettura si può facilmente interrompere senza perdere il segno. Ho apprezzato pienamente anche la copertina che è molto minimalista ed io vado pazza delle edizioni fatte così!

Mi è piaciuta la contestualizzazione storica: l’ho trovata molto dettagliata, specifica e veritiera, è un approccio molto diretto a una visione culturale che si può risentire solo nei racconti dei nonni. Tra le altre cose, non avevo mai letto un libro ambientato in Abruzzo e per me è stata una piacevole novità per tutti gli accenni al paesaggio.

Mi ha colpita la figura del fratello perché da tutta la popolazione locale è percepito come una persona straordinaria, di grandissimo rispetto e, in parte, attribuisce un valore superiore alla sua famiglia. Ada, però, ne parla come di una persona normale, con malumori, sofferenze e vizi, percependolo come il giovane troppo vicino alla morte che effettivamente si trova davanti ogni giorno.

SPOILER: per quanto riguarda la scelta finale della protagonista sono stata molto combattuta e non so se ho apprezzato molto la sua decisione, sono riuscita a capire che le sue scelte erano mosse dal desiderio di fuggire da una situazione familiare tremendamente pesante e oppressiva, ma non so se, alla fine, i suoi sentimenti fossero così reali o se fosse un modo di accontentare un po’ tutti!

Caterina

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