Hey readers,
oggi vi porto un libro breve, leggero e divertente… perfetto se siete stanchi o nel pieno del blocco del lettore.
“Bar sport” è considerato, come la maggior parte delle opere dell’autore, uno dei classici della narrativa umoristica italiana. Il libro è una serie di piccoli capitoli che, attraverso estremizzazioni, stereotipi e surrealtà, racconta i componenti dei bar sportivi italiani. Possiamo trovare descritte le maggiori attività da bar, i personaggi che lo caratterizzano, gli episodi più divertenti che si sono susseguiti negli anni, i viaggi della comitiva da bar,… Della trama non posso dirvi molto, se no che vi conviene leggere queste poche pagine e tornare indietro nel tempo alla semplicità che un caffè, preso di corsa al bar tra mille impegni, ha perso.
Pur essendo il libro scritto nel 1976 lo si capisce senza difficoltà, nonostante siano citati oggetti del periodo che ad oggi sono inutilizzati.
Ho apprezzato molto questo libro rispetto al Bar sotto il mare, qui sono riuscita a trovare la comicità e ho apprezzato il filone logico dato dal bar, cosa che nell’altro libro non era presente e l’espediente di narrazione era veramente molto vago.
Ho riso moltissimo soprattutto con i frequentatori abituali del bar, personaggi eccentrici e pieni di caratteristiche; anche se la mia storia preferita rimane la prima perché non c’è stereotipo da bar migliore della Luisona!
Vi lascio qui sotto un piccolo estratto del mio capitolo preferito e poi non potrete dirmi di non essere mai entrati in un bar così: “Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. […] La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l’esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola passare. La pasta, ancora intera, percorre l’intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene.“
Caterina