Il rogo di Berlino | H. Schneider.

Hey readers,

oggi vi porto una biografia davvero travolgente…

“Il rogo di Berlino” si apre a Vienna nel 1971. Una giovane donna, Helga, ritrova la madre che nell’autunno del 1941 l’aveva abbandonata a Berlino insieme al fratello neonato Peter, per arruolarsi nelle SS. La madre di Helga è sempre più convinta delle sue idee e si rivela essere nostalgica del periodo in cui faceva la guardiana nel campo di concentramento di Birkenau. Come la madre non l’ha voluta all’epoca, questa volta è Helga che decide di non volere più sua madre e si allontana. La narrazione si sposta a Berlino, nel 1942. Helga racconta, a cinquant’anni di distanza, la sua infanzia passata nella guerra. Privata dell’affetto dei genitori, Helga ha solamente il nonno Opa, che la adora e le fa vivere quei giorni come un’avventura, alla ricerca ossessiva del cibo e dell’acqua come se fosse un gioco. La sua storia, contemporanea a quella della Germania devastata dalla guerra e dal Nazismo, si affianca a quella del Terzo Reich.

Ho letto molto nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale sia dal punto di vista italiano che straniero, ho letto di lagher e partigiani; ma questa è la prima volta che affronto l’argomento dalla prospettiva della popolazione berlinese, una delle più colpite dalla guerra, dilaniata durante il conflitto e assoggettata anche dopo la fine della guerra. Sono certa che sia per questo motivo che ho trovato la storia di Helga immensamente interessante e struggente!

Ad aggravare la posizione della bambina alla guerra si aggiungono la fame e la paura, la mancanza di affetto e la “perdita (se così può essere definita)” di entrambe le figure genitoriali. L’abbandono della madre mi ha colpita però la freddezza e il distacco che, anche dopo anni, permane nella donna; una donna interessata unicamente al nazismo, totalmente disinteressata verso i due figli piccoli. Il padre, pur non avendo direttamente lasciato la propria famiglia, nella maggior parte del libro si trova al fronte, fa ritorno solo per sposare l’odiosa matrigna; Helga trascorre con lui del tempo alla fine della guerra, ma non riuscirà mai ad instaurarvi un vero rapporto.

In conclusione mi sento di consigliare assolutamente questo testo, soprattutto ai più giovani. E’ importante toccare con mano l’orrore chela guerra può causare perché possa imprimere nella mente di tutti cosa quest’ultima può causare. Una lettura che apre gli occhi e scalda il cuore!

Caterina

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La mia famiglia e altri animali | G. Durrell

Hey readers,

oggi vi porto un romanzo davvero stravagante… doveva essere un diario “scientifico” ed è diventato una storia di famiglia!

“La mia famiglia e altri animali” è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: così Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano apparsi in Inghilterra negli ultimi trent’anni. Ma il lettore avrà il piacere di scoprirvi anche qualcos’altro: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato.

Questo libro mi è piaciuto soprattutto per la suggestiva narrazione familiare, mentre la parte naturalistica non mi ha troppo entusiasmata. Ci tengo a precisare che le conoscenze dell’autore sulla fauna di Corfù è interessante e molto dettagliata, ma (semplicemente per un mio gusto personale) i Durrell sono stravaganti e divertenti.

E’ interessante l’evoluzione della storia dalla partenza al ritorno (spero non si tratti propriamente di uno spoiler) perchè è come se noi che leggiamo prendessimo parte all’Odissea familiare, fossimo dentro la storia leggendo e vedendo tutto quello che ci viene narrato, rende la lettura reale!

Per quanto riguarda i personaggi posso solo dirvi che hanno dell’incredibile: così come ci vengono raccontati sembrano frutto di una fantasia molto bizzarra e fuori dal tempo, ma trattandosi di un romanzo autobiografico non mi resta che trovarli assurdi e immaginare come sarebbe stato vederli dal vivo.

Indubbiamente posso consigliarvelo se desiderate un romanzo coinvolgente, ma non troppo impegnativo, un storia bella che non risulta pesante; ci tengo a precisare che per apprezzarlo al massimo dovete avere anche un interesse per la fauna di questa sperduta isola greca.

Caterina