L’acol e la nostalgia | M. Enard

Hey readers,

“L’alcol e la nostalgia” è il romanzo di un altro sofferto rapporto: quello tra Occidente e Russia. È la storia di un interminabile viaggio in treno verso la Siberia, intrapreso da Mathias per accompagnare alla sepoltura nel suo villaggio natale il grande amico Vladimir. Un’amicizia difficile, nata come rivalità per una donna, Jeanne, prima fidanzata di Mathias a Parigi poi innamoratasi di Vladimir a Mosca. Quando il giovane francese raggiunge la ragazza in Russia si crea un appassionato e autodistruttivo triangolo amoroso, un percorso sentimentale segnato dall’alcol, dal sesso, dalla poesia, dalla droga, dalla follia. Mathias racconta questo viaggio interminabile attraverso distese di ghiaccio e di neve, betulle, tundra, spettri di deportati in Siberia e di cosacchi dell’Armata a cavallo: “…da solo con i ricordi, l’alcol e la nostalgia, è tutto quello che rimane, come diceva Čechov il medico morto bevendo champagne, da solo con qualche frase, qualche verso, qualche ricordo; forse Jeanne aveva ragione, finirò per perdermi in capo al mondo, per scomparire nella notte siberiana e colare a picco nel Pacifico, ancora diecimila verste… Ti ricordi Vlado, quando Jeanne ci ha presentati ti chiamavo principe Andrej perché mi ricordavi Bolkonskij con quella tua aria insieme nobile e fragile, sicuro di te anche se vacillavi nella violenza e nella droga come un salice…”

Il rapporto tra i tre personaggi è folle e assuefatto, si perdono tra sostanze, alcol e letteralmente qualsiasi cosa li allontani dalla fredda realtà sovietica a cui devono sottostare.

Questo piccolo libro è un piccolo tesorino di nostalgia e sofferenza, una nube densa piena di emozioni controverse e malinconiche. Il modo in cui i fatti sono narrati è strano, ma avvincente: leggendo la malinconia inonda il lettore, al contempo non si riesce a staccarsi dalla pagine! E’ un libro bellissimo che fonde la freddezza e l’apparente disconnessione dalla realtà tipica della narrazione russa e la caratteristiche immutabili della letteratura francese.

Si tratta dell’elegia di un’amicizia, la fine di un rapporto nato dal niente che immensamente sembra indispensabile, un rapporto interrotto che il protagonista sente improvvisamente riaffiorare al momento della morte. Trovo poetico il viaggio in treno e il “percorso” per ricongiungersi all’amico.

Poetico. Freddo. Assuefatto… e magico.

Caterina

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Saga dell’Amica Geniale vol.2, Storia del nuovo cognome | E. Ferrante

Hey readers,

oggi vi porto il secondo volume di quella che ad oggi risulta la mia saga preferita senza ombra di dubbio, la serie si compone di L’amica Geniale, Storia di un nuovo cognome, Storia di chi fugge e chi resta e Storia della bambina perduta.

“Storia del nuovo cognome” si apre con il ritorno di Lila dopo la luna di miele ad Amalfi. Sin dalle prime pagine la situazione delle due giovani amiche sembra drammatica. Lila, durante il periodo del viaggio di nozze ha scoperto la vera e orribile natura del marito: dopo l’arrabbiatura dettata dall’aver regalato le scarpe da lei prodotte a Macello Solara; i neosposi sono partiti alla volta di Amalfi intraprendendo un viaggio denso di litigi in cui, Lila, sentitasi ferita e tradita e ha preso il marito a male parole; una volta arrivati Stefano si è convinto che avessero fatto pace e, all’opposizione di Lina alla consumazione della prima notte di nozze, ha fatto violenza alla giovane sia dal punto di vista fisico che sessuale. Per quanto riguarda Lenù, la nostra narratrice si trova allo sbando: durante il matrimonio dell’amica ha capito di essere profondamente infelice, ha compreso la natura del suo rapporto con Antonio, ben lontano dall’amore che lui prova per lei, si è sentita insoddisfatta dei propri risultati scolastici, percepiti banali rispetto ai grandi traguardi raggiunti da Lila. Una volta ritrovatesi nel rione Lila confessa di non aver voluto vedere Elena per nasconderle i segni degli abusi, ammette che tutti l’avevano incontrata e aveva persino organizzato nella sua nuova casa la festa di fidanzamento tra Pinuccia e il fratello Rino (essendo che la giovane fidanzata si trovava in stato interessante con la complicità di Lila), ma fa capire a Lenù che lei era più importante di tutti gli altri, il suo giudizio aveva un maggiore valore e di conseguenza la preoccupava di più. Da questo punto le loro vite continuano talvolta su strade separate e talvolta unite e complici come nell’infanzia. Il libro si conclude poco dopo il termine del percorso universitario intrapreso da Elena.

Parto col consigliarvi di leggere questa recensione se avete già letto il primo volume (che trovate linkato a inizio articolo) o quantomeno avete visto la serie tv e di conseguenza sapete tutti i fatti accaduti nel libro precedente!

In questo libro, maggiormente che nel primo volume, troviamo molte scene forti e sconvolgenti, sono molti i colpi di scena e le decisioni impensabili prese con tanta leggerezza dai personaggi.

La realtà di violenza domestica è ampiamente trattata, è molto interessante il fatto che viene descritta in maniera precisa quella che è la sensazione che si scatena nella vittima, leggendo noi riusciamo a sentirci svuotati ed estraniati quanto Lila.

Tutti i personaggi sono caratterizzati da tentativi di riscatto sociale e morare, continua come nel primo volume la lotta per fuggire dalle barriere architettoniche del quartiere. purtroppo non tutti ci riescono e, anche chi ce la fa, talvolta si ritrova in una situazione altrettanto estraniante ed opprimente.

In conclusione mi sento ribadire la mia opinione sulla serie: questa saga ha un potenziale immenso, ha il potere di tenerti incollato sulle pagine capitolo dopo capitolo, riesce a catapultarti nella realtà scritta tra le righe e rapirti fino a che non avrai letto anche l’ultima parola. Un capolavoro.

Caterina