Il nome della Rosa | U. Eco

Hey readers,

vi porto un vero e proprio gioiello… un libro che ho consumato e di cui mi sono perdutamente innamorata!

“Il nome della Rosa” è un giallo storico ambientato nel 1327. La storia ci viene narrata dall’anziano monaco Adso da Melk, che ricorda al lettore i fatti che avvennero per 7 giorni nel monastero benedettino in cui si recò insieme al suo maestro Guglielmo da Baskerville durante il suo periodo di noviziato. Attraverso i propri ricordi, Adso, ripercorre le vicende storiche che caratterizzavano il periodo (ad esempio la Cattività Avignonese) per poi arrivare a spiegare come lui e il suo insegnante (ex inquisitore) furono chiamati dall’abate del monastero per risolvere quello che sembrava un apparente suicidio. Nonostante le capacità investigative di Guglielmo, il mistero non sarà di facile risoluzione visto che tra le mura dell’abbazia sembrano esserci più segreti che attimi di fede; infatti ogni monaco sembra nascondere qualcosa all’inquisitore e il mistero più grande si cela dietro le mura della biblioteca. Questa polverosa parte dell’abbazia è preclusa alla maggior parte dei visitatori e, tra i suoi scaffali, sembra celare grandi segreti nascosti sotto false e cristiane spoglie. La vicenda è costellata di narrazioni di eventi storici, excursus sugli usi e costumi del pericolo e tante… anzi tantissime informazioni che lasceranno ammaliato il lettore.

Da dove posso iniziare? Questo libro è un afrodisiaco inno alla cultura, alla sapienza e all’amore per la storia. Da grandissima amante della narrativa storica (che ha appena trattato il periodo storico del testo nel proprio percorso di studi) non posso dire altro che sono rimasta ammaliata dalla narrazione. Indipendentemente dall’aspetto del giallo (che è molto molto carino!) il solo contesto del libro vale a pieno la sua lettura. Sfogliando queste pagine il lettore è in grado di sentirsi letteralmente tra le mura del monastero benedettino ed assaporare la realtà che lo circonda quasi fosse reale.

Mi rendo conto che si tratta di una lettura che a primo impatto può spaventare un lettore (a seconda dell’edizione andiamo dalle 500 alle 600 pagine di una narrazione fitta e densa), ma vi posso assicurare che non vi renderete nemmeno conto del passare del tempo. L’autore riesce a descrivere tematiche “pesanti” coronandole di tanta cultura e sapere da renderle indimenticabili e indispensabili. [onestamente, a diversi giorni dalla conclusione della mia vorace lettura, ancora mi chiedo come Umberto Eco sia riuscito a immagazzinare e rielaborare così bene delle conoscenze così dettagliate]

Ci tengo a fare una giusta precisazione: pur essendo un testo bello, formativo e interessante, non mi sento di consigliarlo proprio a tutti. Sono dell’idea che per apprezzarlo a pieno sia necessario un piccolo ripasso “scolastico” che vada a puntualizzare tutti gli aspetti che l’autore da per scontato (per esempio il funzionamento di un monastero medievale, la pedagogia del ‘300, un ripasso di latino visto che alcune frasi non sono state “tradotte”,…).

Nonostante ciò vi invito a buttarvi e sperimentare una lettura indubbiamente diversa dal solito, capace di catapultarvi in un’altra epoca e catturarvi (soprattutto se siete un po’amanti dei gialli molto intriganti) fino all’ultima pagina; che si concluderà con quello che mi sento di definire un finale spunto di riflessione, senza tempo e meraviglioso.

Caterina

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Gomitoli – A. Russo

Hey readers,

oggi vi parlo dell’innovativo romanzo d’esordio di Andrea Russo. Approfitto anche per ringraziarlo di avermi inviato una copia di questo libro che mi ha aiutata moltissimo a superare un periodo di blocco nella lettura.

“Gomitoli” è un romanzo in trentatré attimi. Un accattone in stazione osserva la più disparata umanità: un brulicare di esistenze distratte e noncuranti. Sette vite, compresa la sua, vengono scandite in trentatré attimi. Tutto accade in poche ore, sette vite avvolte insieme a creare un unico gomitolo. Qualcuno, quel giorno di febbraio, porta con sé qualcosa di più pesante della sua stessa coscienza. Qualcuno, quella mattina, deciderà per tutti gli altri. La narrazione si basa su una serie di piccoli capitoli-istanti che narrano l’intreccio delle vite di sette persone che sembrano non avere niente in comune, ma che mano a mano si intrecceranno l’una con la vita dell’altra.

Ci tengo a dedicare una riflessione a due capitoli in particolare che mi hanno colpita immensamente. Il capitolo 3 – Un guardone tratta appunto il punto di vista di un guardone un soggetto con un lieve squilibrio psichico curato da tutta la vita senza troppi risultati, che come un reietto rimane a guardare ai margini della società, nascosto da un ambiente dispersivo, ossia la stazione, la psiche del soggetto è descritta in maniera molto verosimile. Il capitolo 26 – Il pentimento non si intona ai veri uomini spiega come la determinazione possa essere forte nel soggetto (non posso dirvi molto di più), ma al tempo stesso un altro personaggio si rende conto di come alcune decisioni non siano sostenibili per tutte le persone.

La modalità in cui viene narrata la storia è davvero molto molto originale. All’inizio questo tipo di narrazione così particolare e tendenzialmente spezzata mi ha spaventata perché pensavo sarebbe stata difficile da seguire. In realtà leggendo riusciamo ad entrare nella mente del personaggio e a percepire le cose dal suo punto di vista anche se sono narrate tutte da una terza persona che le osserva da fuori. E’ molto carina anche l’interruzione che creano i vari Monologhi di un accattone che si suddividono per tutto il testo.

Caterina

Il fantasma del lettore passato | D. Icardy

Hey readers,

oggi vi porto la recensione del bellissimo regalo che Fazi editore ha fatto ai suoi lettori con la collaborazione dell’autrice Desy Icardy. Il libro è infatti disponibile gratuitamente su tutti gli store digitali in formato ebook (insomma non ci sono scuse per non approfittarne!).

“Il fantasma del lettore passato” in cui i protagonisti de L’annusatrice di libri tornano in questo racconto natalizio vivace ma anche commovente, particolarmente adatto a queste strane Feste. Cosa farà l’avvocato Ferro la notte di Natale? Riuscirà a stare senza libri fino a dopo Santo Stefano rispettando un fioretto fatto suo malgrado? E Madama Peyran? Festeggerà come ha in mente da tempo facendo una sorpresa ad Adelina? Torino, dicembre del 1959. In libreria si aggirano strani figuri: l’avvocato Ferro è contrariato dalla frenesia natalizia che si è impossessata della gente e gli impedisce di chiacchierare amabilmente, come d’abitudine, con il suo libraio di fiducia. Ovunque c’è aria di festa ma l’ottantottenne bibliofilo vorrebbe solamente starsene a in casa a leggere tutto il giorno, tra gli adorati libri che continua a collezionare compulsivamente. I suoi piani però verranno sconvolti da un invito inaspettato e da un libro che lo metterà faccia a faccia con il suo spirito di lettore…

Il racconto è indubbiamente breve (può bastarvi qualche ora per leggerlo), ma per questo non deve essere sottovalutato!! Lo stile di scrittura dell’autrice è davvero molto coinvolgente e scorrevole; nonostante la storia prenda spunto dal Canto di Natale di Charles Dickens, la trama si sviluppa autonomamente (parlando chiaramente non sembra una “scopiazzatura” ma un breve romanzo con basi proprie).

Questa storia è perfetta per i lettori accaniti (di cui faccio parte). Se leggete molto saprete sicuramente che noi lettori amiamo leggere storie che parlano dei libri e di chi li legge perché le dinamiche sono ancora più comprensibili, le sentiamo vicine. Al tempo stesso questa storia è gratuita, di conseguenza, da lettrice seriale non potevo proprio farmi mancare questa perla sul mio Kindle.

Devo essere sincera, la descrizione di una Torino degli anni ’50 mi ha colpita molto, ho visitato Torino qualche anno fa e rileggere di questa città è stato molto, molto bello, se ci soffermiamo sui dettagli natalizi è ancora più interessante.

Il personaggio dell’avvocato ha innescato in me una grande tenerezza: è un personaggio riservato e impacciato, mi ha fatto molto ridere il suo rapporto con la vicina di casa. E’ il classico uomo anziano e solo, con una vita abitudinaria che si fa dare una mano da una domestica per far fronte alle proprie necessità.

Caterina

La parte migliore di te | S. Cornelio

Hey readers,

sono fierissima di presentarvi la mia seconda collaborazione con la giovane autrice emergente Sara Cornelio. Oggi ho il piacere di portarvi la sua nuova uscita. Ci tengo a ringraziarla moltissimo per la fiducia che mi ha dato inviandomi la sua nuova uscita (ps. vi lascio qui il link del suo primo libro).

“La parte migliore di te” è la storia di Viola. La nostra protagonista è una giovane che lavora in una profumeria e vive una vita pressappoco normale tranne che per i suoi attacchi d’ansia (che ogni volta ha premura di cronometrare e annotare su un quadernino rosso). Nel giro di pochissimo le due più grandi certezze della sua vita la abbandonano e tutto sembra andare per il verso sbagliato: Il suo fidanzato di lunga data decide di troncare il loro rapporto e la sua migliore amica compie il tradimento peggiore che ci si possa aspettare (vi assicuro che vi ho già detto troppo, non siate curiosi!). Da questa serie di sfortunati eventi nascerà lo stimolo per un viaggio che cambierà per sempre la sua vita, portandola a superare i suoi limiti e ad aprirsi verso persone e realtà molto diverse dalla monotonia con cui convive.

Premetto che la storia ci mette un pochino ad ingranare la marcia giusta per tenere incollati alle pagine, ma se gli date qualche capitolo di tempo potete trovarvi risucchiati da una narrazione che incalza e coinvolge il lettore.

Come nel precedente libro, nel testo troviamo una moltitudine di problemi e situazioni che portano il lettore a riflettere molto, per esempio gli attacchi d’ansia (trovo che l’autrice descriva in maniera molto dettagliata le crisi e ve lo dice una persona che ne sa qualcosa!). Ce ne sono anche altri che per ovvi motivi non posso raccontarvi perché rovinerei la parte più inaspettata del libro!

Io sono una fan dei libri brevi, quindi questo è stato perfetto: scorrevole e coinvolgente, il modo perfetto per trascorrere un pomeriggio al calduccio. Anche se vi avviso che potrebbe causare qualche lacrimuccia ai più sensibili (mi auto-inserisco nella categoria più sensibili).

Caterina

Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie| A. Bogdanovic

Hey readers,

oggi vi porto una collaborazione con l’autore emergente Alex Bogdanovic, lo ringrazio moltissimo per la fiducia nell’avermi affidato il suo manoscritto.

“Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie” tratta, sotto forma di brevi capitoli concentrati, delle varie tematiche sociali del nostro secolo e lo fa come lo si farebbe in teatro, buttandoti addosso la realtà nuda e cruda e generando, di conseguenza, una catarsi. Racconta di come la depressione sia il male della nostra epoca. È la malattia più diffusa al mondo ed è la più temuta dopo il cancro. Il nostro anti-eroe ci si imbatte nell’adolescenza e cerca di liberarsene con la disciplina e il metodo di un ricercatore, peccato che la cavia da laboratorio sia lui stesso. Finirà così per autocondannarsi a un’interminabile escalation di sfortune e miserie umane: queste daranno corpo a un romanzo di formazione in cui tragedia e commedia si intersecano e fondono fino a diventare del tutto indistinguibili.

Il protagonista può essere definito un antieroe, non compie azioni meravigliose e non ristabilisce la sua vita, al contrario, nel disperato tentativo di risolvere i propri problemi aggrava ancora di più la situazione, finendo in una spirale tragi-comica di soluzioni disperate che ampliano il proprio inferno personale.

E’ interessante come tutte le argomentazioni, dalle più tragiche a quelle più banali vengano analizzate con un velato filo di ironia che sdrammatizza qualunque avvenimento e al contempo riempie di battute divertenti la lettura. Un apprezzamento speciale va alla descrizione del periodo adolescenziale e del gruppo di amici, sono letteralmente morta dal ridere mentre leggevo quei passaggi!!

E’ molto interessante la conoscenza del narratore per quanto riguarda il funzionamento del cervello, l’effetto dei vari medicinali per problemi di ansia e come tutti gli avvenimenti della vita quotidiana scatenino dei cambiamenti. E’ da apprezzare soprattutto come i processi siano spiegati in maniera chiara e semplice, questo li rende comprensibili a chiunque.

Ho apprezzato molto anche l’aspetto delle relazioni amorose, non sapevo quali fossero gli effetti che la depressione causa a livello sessuale e non ,mi rendevo conto di quanto potesse essere frustrante la vita del narratore. (SPOILER è triste soprattutto la lotta attuata per riuscire ad avere una vita sessuale normale e come tutte le sofferenze siano andate in fumo riducendo il protagonista a una realtà di vita ancora più tragica e infelice)

La struttura del testo è suddivisa in brevi capitoli che analizzano tutte le varie fasi e gli aspetti della vita del narratore. Tutti i capitoli sono brevi e lineari, scorrono in maniera piacevole e vi assicuro che sono in grado di allietare il più noioso dei pomeriggi invernali!

Caterina

Recensione: Il buio oltre la siepe |H. Lee – MuatyLand

MuatyLand

In una sonnolenta cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti l’avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma l’uomo sarà ugualmente condannato a morte. Questo, in poche righe, l’episodio centrale di un romanzo che da quando è stato pubblicato, oltre cinquant’anni fa, non ha più smesso di appassionare non soltanto i lettori degli Stati Uniti, ma quelli di tutti i paesi del mondo dove è stato tradotto. Non si esagera dicendo che non c’è americano che non l’abbia letto da bambino o da adolescente e che non l’abbia consigliato a figli e nipoti. Eppure non è un libro per ragazzi, ma un affresco colorito e divertente della vita nel Sud ai tempi delle grandi piantagioni di cotone, dei braccianti neri che le coltivavano, delle cuoche di colore che allevavano i figli dei discendenti delle grandi…

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Fregiate virtù ed inconfessati vizi – Monika M.

Hey readers,

oggi vi porto una nuovissima uscita dell’editore Io Melo Leggo , che ringrazio moltissimo per avermi proposto questa collaborazione.

“Fregiate virtù ed inconfessati vizi” è l’intrigante e controversa storia di Miss Céline Juliette Lefebvure, una giovane ragazza francese che, ospite della zia materna Lady Heathcote, si trova a prendere parte alle vicende della Londra che conta. La nostra protagonista, nonostante l’età, non è certo una sprovveduta, anzi, al contrario è molto intelligente e scaltra. Intuisce subito che il modo migliore per ottenere il favore di tutti è quello di essere una ragazza pura e semplice nell’animo, o quanto meno, impegnarsi al massimo per risultarlo. Inizialmente sembra riuscirci, tenendo tutti lontani dai propri pensieri, solo il raffinato dandy inglese Lord Byron riesce a smascherarla e leggere quello che con tutto il corpo nasconde, ma con gli occhi lascia trasparire. Proprio per quest’uomo detestato da tutti, considerato uno sconsiderato per niente affabile alla concezione comportamentale dell’epoca, la nostra Cécile inizia a provare una forte attrazione che la porterà, in poco tempo, ad entrare in un vortice di reati e segreti (di cui ovviamente nessuna persona per bene dovrà mai sapere niente)….

Una nota assolutamente positiva dell’autrice è il suo modo di scrivere che ho trovato veramente molto incalzante e con un’ottima strutturazione del testo.

Quest’opera è molto interessante perché mostra una sfaccettatura della società ottocentesca che non è spesso considerata ossia tutto quello che si nasconde dietro la nobiltà e quali sono i vizi e i segreti indicibili delle persone “per bene”.

Sono rimasta colpita anche dal personaggio di Miss Cécile, mi ha quasi sconvolta la sua determinazione, come non si sia lasciata piegare da niente, quasi del tutto priva di sentimenti e rimorsi per ottenere quello che desiderava.

Anche Lady Carolina Lamb mi è piaciuta molto in quanto pur essendo malvista ed additata, continuasse imperterrita e non curante ad andare contro ai valori sociali, priva totalmente della vergogna di una donna che veniva scoperta a possedere un amante ed anzi rendesse questo fatto di interesse pubblico sfoggiandolo davanti a una platea disgustata (ma non troppo onesta quanto dava a vedere!).

Caterina

Un dono mi ha salvata | S. Cornelio

Hey readers,

oggi vi porto un libro a cui mi sono molto affezionata, non solo perché è scritto da un’autrice emergente, che è sempre molto bello sostenere, ma soprattutto per diffondere l’importanza della donazione degli organi e la sensibilizzazione delle malattie come la fibrosi cistica.

“Un dono mi ha salvata” è un libro semplice, scritto sotto forma di memorie, con parole chiare ma che vanno dritte al punto con estrema dolcezza. Questo testo è ricco di emozioni vere e sincere che incorniciano i fatti insieme a una leggera nota di umorismo. Sara documenta il suo decorso ospedaliero dopo un trapianto di polmoni, a cui si accostano scorci sulla sua vita privata. Sara ha, inoltre, avuto l’immensa fortuna di avere accanto a sé, in maniera fisica e emotiva, persone che le hanno voluto moltissimo bene come i genitori, le amiche e il suo fidanzato, oltre, ovviamente alla propria fede che l’ha notevolmente aiutata a trovare la forza nei momenti di difficoltà(come ad esempio nelle dolorose giornate del post-operatorio)

Non smetterò mai di ringraziarla per la grandissima possibilità che mi ha dato inviandomi il suo libro, la sua storia mi ha colpita ed ha aperto i miei orizzonti su fronti a me totalmente sconosciuti. Ho apprezzato ogni sua singola parola, sottolineando molte frasi veramente stupende!

Sara è una ragazza straordinaria e, come lei, lo è la sua storia; quindi mi sento di consigliarlo a tutti, soprattutto come regalo penso che sia uno dei libri che più si addicono a questa funzione: si ha la possibilità di donare grandi emozioni insieme ad informazione e cultura. Un gesto stupendo.

Caterina

Storia di una capinera | G. Verga

Hey readers,

oggi vi porto un autore che è una pietra miliare della letteratura italiana, uno dei maggiori rappresentanti del Verismo italiano… Giovanni Verga. Visto che non ero molto sicura di apprezzare il genere sono partita da una delle opere più brevi, ma vi assicuro che non è un testo banale o leggero!

“Storia di una capinera” è una raccolta di lettere della giovane Maria. La vita della nostra protagonista è segnata da una delle peggiori sciagure del suo tempo: il padre non ha i soldi necessari per la dote. L’unica soluzione per sopravvivere e mantenere l’onore della famiglia (il padre infatti si è risposato, con la nuova moglie ha avuto un figlio e una figlia //risposandosi ha la possibilità di pagare la dote della secondogenita con quella della nuova consorte//) è quello di farsi suora. Maria non avrebbe mai sofferto di questa cosa se nel 1854 non ci fosse stata la peste a Catania, che aveva costretto le future suore a tornare nelle campagne al riparo con le loro famiglie. Uscendo dalle rigide mura ecclesiastiche la ragazza scopre l’affetto della famiglia e l’amore, a cui però dovrà imparare (o quanto meno lottare per riuscirci) a fare a meno perché il suo destino è segnato ed inevitabile.

Trovo ottimale la narrazione attraverso le lettere all’amica e compagna di studi (ma non compagna di sorte) perché evidenzia i sentimenti e le sensazioni in maniera ancora più netta.

Ho apprezzato moltissimo la parte iniziale in cui viene spiegato il motivo del titolo: una sorta di paragone tra Maria e una povera capinera tormentata dai suoi giovani proprietari.

Traendo le mie conclusioni dovete assolutamente leggere questo libro, è veramente breve, ma importante per la formazione dell’individuo… NON AVETE SCUSE!

Caterina

Recensione “La sorella perduta” di Dinah Jefferies — MuatyLand

Un grande successo del passaparola ai primi posti nelle classifiche di tutto il mondoNumero 1 del Sunday TimesAutrice del bestseller internazionale Il profumo delle foglie di tè1930. Belle Hatton si è imbarcata verso un’eccitante nuova avventura lontano da casa. Si esibirà con la sua splendida voce in un hotel in Birmania dove la attendono notti scintillanti e […]

Recensione “La sorella perduta” di Dinah Jefferies — MuatyLand

Eccovi la mia prima recensione come collaboratrice MuatyLand.