Il rogo di Berlino | H. Schneider.

Hey readers,

oggi vi porto una biografia davvero travolgente…

“Il rogo di Berlino” si apre a Vienna nel 1971. Una giovane donna, Helga, ritrova la madre che nell’autunno del 1941 l’aveva abbandonata a Berlino insieme al fratello neonato Peter, per arruolarsi nelle SS. La madre di Helga è sempre più convinta delle sue idee e si rivela essere nostalgica del periodo in cui faceva la guardiana nel campo di concentramento di Birkenau. Come la madre non l’ha voluta all’epoca, questa volta è Helga che decide di non volere più sua madre e si allontana. La narrazione si sposta a Berlino, nel 1942. Helga racconta, a cinquant’anni di distanza, la sua infanzia passata nella guerra. Privata dell’affetto dei genitori, Helga ha solamente il nonno Opa, che la adora e le fa vivere quei giorni come un’avventura, alla ricerca ossessiva del cibo e dell’acqua come se fosse un gioco. La sua storia, contemporanea a quella della Germania devastata dalla guerra e dal Nazismo, si affianca a quella del Terzo Reich.

Ho letto molto nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale sia dal punto di vista italiano che straniero, ho letto di lagher e partigiani; ma questa è la prima volta che affronto l’argomento dalla prospettiva della popolazione berlinese, una delle più colpite dalla guerra, dilaniata durante il conflitto e assoggettata anche dopo la fine della guerra. Sono certa che sia per questo motivo che ho trovato la storia di Helga immensamente interessante e struggente!

Ad aggravare la posizione della bambina alla guerra si aggiungono la fame e la paura, la mancanza di affetto e la “perdita (se così può essere definita)” di entrambe le figure genitoriali. L’abbandono della madre mi ha colpita però la freddezza e il distacco che, anche dopo anni, permane nella donna; una donna interessata unicamente al nazismo, totalmente disinteressata verso i due figli piccoli. Il padre, pur non avendo direttamente lasciato la propria famiglia, nella maggior parte del libro si trova al fronte, fa ritorno solo per sposare l’odiosa matrigna; Helga trascorre con lui del tempo alla fine della guerra, ma non riuscirà mai ad instaurarvi un vero rapporto.

In conclusione mi sento di consigliare assolutamente questo testo, soprattutto ai più giovani. E’ importante toccare con mano l’orrore chela guerra può causare perché possa imprimere nella mente di tutti cosa quest’ultima può causare. Una lettura che apre gli occhi e scalda il cuore!

Caterina

La canzone di Achille | M. Miller

Hey readers,

oggi vi porto uno dei libri più chiacchierati e acclamati dell’ultimo anno, un libro visto ovunque su TikTok, Instagram, Youtube e qualsiasi altro blog immaginabile!

“La canzone di Achille” è un focus romanzato su due personaggi dell’Iliade di Omero. La narrazione si concentra sul punto di vista di Patroclo (il personaggio che a scuola viene spiegato come il “cugino di Achille”) che ci racconta la storia dell’aristos achaion (il migliore tra i Greci) che si intreccia con la propria. Patroclo Meneziade, principe figlio di Menezio, sin dalla nascita attira su di sè il disprezzo del padre deludendo costantemente le sue grandi e ridicole aspettative. Durante l’infanzia uccide accidentalmente il figlio di un nobile del regno e per questo viene rinnegato dal padre, perde il trono e il nome che ne consegue e viene inviato presso la corte di Ftia. Il re Peleo – valoroso guerriero premiato e apprezzato dagli dei – lo accoglie tra i suoi orfani che vengono educati come abili guerrieri. Lì, per la seconda volta dopo i giochi di Oponte, incontra il principe Achille Pelide, il grande e promettente semidio figlio dello stupro di Teti da parte di Peleo. Sin dalle prime occhiate tra i due si instaura un rapporto senza precedenti, che li manterrà uniti fino alla morte e anche dopo. Ma saranno molti gli ostacoli che si metteranno tra loro, prima fra tutti la ninfa Teti, come gli altri dei, la guerra, i principi e le Moire…

Sin dall’inizio la narrazione è scorrevole e travolgente, posso dirvi che ho letto quasi 400 pagine in una sola giornata, quindi potete capire quanto la Miller sappia tenere qualcuno attaccato alle pagine. Si tratta senza ombra di dubbio di un bellissimo romanzo da cui traspaiono le competenze in lettere classiche dell’autrice, ma ci tengo a puntualizzare che in quanto storia romanzata sulla base dell’Iliade e di altri testi classici, perciò alcuni aspetti del testo prendono spunto dalla fantasia stessa della scrittrice. Insomma, è un libro fantastico, ma a livello di ricerca e studio non prendetelo come oro colato!

Nel testo troviamo tanti personaggi che ostacolano apertamente e fortemente l’amore dei protagonisti; trovo che sottolineando questo aspetto si vada ad enfatizzare maggiormente la forza del loro rapporto, che così risulta un qualcosa di epico. Giusto per dirlo il personaggio di Teti è da prendere a schiaffi!

Ovviamente tutti conoscono la storia di Achille, quindi è abbastanza logico che io dica che entrambi i personaggi moriranno, ma vi informo che fino all’ultimo secondo spererete di aver studiato male a scuola! Non posso considerare uno spoiler parlarvi del finale quindi… è struggente e toccante, descritto con grande maestria e consapevolezza delle emozioni.

Ho aspettato tanto per cedere a questo libro, tendo a stare lontana dai fenomeni letterari e a non farmi attirare solo perchè sento parlare ovunque di questo testo. Alla fine non sono riuscita a resistere davanti alle diffuse vibes greche. Concludendo vale assolutamente la pena!

Caterina

La mia famiglia e altri animali | G. Durrell

Hey readers,

oggi vi porto un romanzo davvero stravagante… doveva essere un diario “scientifico” ed è diventato una storia di famiglia!

“La mia famiglia e altri animali” è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: così Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano apparsi in Inghilterra negli ultimi trent’anni. Ma il lettore avrà il piacere di scoprirvi anche qualcos’altro: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato.

Questo libro mi è piaciuto soprattutto per la suggestiva narrazione familiare, mentre la parte naturalistica non mi ha troppo entusiasmata. Ci tengo a precisare che le conoscenze dell’autore sulla fauna di Corfù è interessante e molto dettagliata, ma (semplicemente per un mio gusto personale) i Durrell sono stravaganti e divertenti.

E’ interessante l’evoluzione della storia dalla partenza al ritorno (spero non si tratti propriamente di uno spoiler) perchè è come se noi che leggiamo prendessimo parte all’Odissea familiare, fossimo dentro la storia leggendo e vedendo tutto quello che ci viene narrato, rende la lettura reale!

Per quanto riguarda i personaggi posso solo dirvi che hanno dell’incredibile: così come ci vengono raccontati sembrano frutto di una fantasia molto bizzarra e fuori dal tempo, ma trattandosi di un romanzo autobiografico non mi resta che trovarli assurdi e immaginare come sarebbe stato vederli dal vivo.

Indubbiamente posso consigliarvelo se desiderate un romanzo coinvolgente, ma non troppo impegnativo, un storia bella che non risulta pesante; ci tengo a precisare che per apprezzarlo al massimo dovete avere anche un interesse per la fauna di questa sperduta isola greca.

Caterina

Incantesimo a Parigi | M. Camocardi

Hey readers,

oggi vi parlo del prequel gratuito di “Un sogno all’improvviso”, lo potete liberamente reperire sulle varie piattaforme per e-reader.

“Incantesimo a Parigi” è una storia particolarmente intrigante. La frizzante Parigi ottocentesca fa da superbo sfondo alla passione che, da un giorno all’altro, divampa tra Nicky, il proprietario del Café des Artistes, e l’incantevole Elise. Un amore travolgente, quello del giovane, che sembra ricambiato. Ma nulla in realtà è come appare ai suoi occhi, e mentre il desiderio diventa incalzante e incontrollabile, Nicky è assolutamente impreparato alla verità che in modo del tutto inatteso emerge sul conto di lei…

L’autrice narra con grande capacità e attrae intensamente il lettore, l’unico difetto è che come prequel mantiene molti tratti un po’incompiuti – può essere anche un tratto positivo per attirarti nell’acquisto dei volumi. Se preso singolarmente è un buon testo, ottimo per una lettura breve e rilassante, perfetto per distrarsi e lasciarsi andare per una quarantina di minuti.

Per quanto riguarda il formato Kindle è perfetto: sia su cellulare che su e-reader si legge piacevolmente, è impaginato e reso in maniera impeccabile e con un carattere che adoro!

La funzionalità stessa del testo riesce alla perfezione: mi sono sentita invogliata e incuriosita a procurarmi il volume a cui il testo fa riferimento.

In conclusione: non vi resta che fare click sul prodotto Amazon e lasciarvi trasportare in questa Parigi molto interessante!

L’acol e la nostalgia | M. Enard

Hey readers,

“L’alcol e la nostalgia” è il romanzo di un altro sofferto rapporto: quello tra Occidente e Russia. È la storia di un interminabile viaggio in treno verso la Siberia, intrapreso da Mathias per accompagnare alla sepoltura nel suo villaggio natale il grande amico Vladimir. Un’amicizia difficile, nata come rivalità per una donna, Jeanne, prima fidanzata di Mathias a Parigi poi innamoratasi di Vladimir a Mosca. Quando il giovane francese raggiunge la ragazza in Russia si crea un appassionato e autodistruttivo triangolo amoroso, un percorso sentimentale segnato dall’alcol, dal sesso, dalla poesia, dalla droga, dalla follia. Mathias racconta questo viaggio interminabile attraverso distese di ghiaccio e di neve, betulle, tundra, spettri di deportati in Siberia e di cosacchi dell’Armata a cavallo: “…da solo con i ricordi, l’alcol e la nostalgia, è tutto quello che rimane, come diceva Čechov il medico morto bevendo champagne, da solo con qualche frase, qualche verso, qualche ricordo; forse Jeanne aveva ragione, finirò per perdermi in capo al mondo, per scomparire nella notte siberiana e colare a picco nel Pacifico, ancora diecimila verste… Ti ricordi Vlado, quando Jeanne ci ha presentati ti chiamavo principe Andrej perché mi ricordavi Bolkonskij con quella tua aria insieme nobile e fragile, sicuro di te anche se vacillavi nella violenza e nella droga come un salice…”

Il rapporto tra i tre personaggi è folle e assuefatto, si perdono tra sostanze, alcol e letteralmente qualsiasi cosa li allontani dalla fredda realtà sovietica a cui devono sottostare.

Questo piccolo libro è un piccolo tesorino di nostalgia e sofferenza, una nube densa piena di emozioni controverse e malinconiche. Il modo in cui i fatti sono narrati è strano, ma avvincente: leggendo la malinconia inonda il lettore, al contempo non si riesce a staccarsi dalla pagine! E’ un libro bellissimo che fonde la freddezza e l’apparente disconnessione dalla realtà tipica della narrazione russa e la caratteristiche immutabili della letteratura francese.

Si tratta dell’elegia di un’amicizia, la fine di un rapporto nato dal niente che immensamente sembra indispensabile, un rapporto interrotto che il protagonista sente improvvisamente riaffiorare al momento della morte. Trovo poetico il viaggio in treno e il “percorso” per ricongiungersi all’amico.

Poetico. Freddo. Assuefatto… e magico.

Caterina

Il teatro delle lune nere | N. Fiameni

Hey readers,

oggi vi porto una lettura davvero speciale, oserei dire insolita! Si tratta infatti di un vero e proprio manoscritto che Nicole mi ha gentilmente regalato (ovviamente l’immagine che troverete qui e sul post Instagram è la versione stampata dello stesso testo che ho avuto il piacere di consultare).

“Il teatro delle lune nere” è una raccolta poetica, scritta e finita il 30 Agosto 2019 sotto l’influenza della Luna Nera, vuol suggerire come noi abbiamo bisogno di una purificazione all’interno della nostra natura e del nostro mondo. La necessità di ripulirsi dalle vibrazioni negative ben si connette all’urgenza che abbiamo di ripristinare almeno in piccola parte l’ambiente circostante, un ambiente che in realtà è uno specchio di noi e di cui noi siamo un prolungamento. Capire che noi siamo la natura che deve difendere se stessa è fondamentale per poter veramente dominare le forze dell’universo: saper sottomettere gli elementi primordiali è un controproducente fallimento, saper collaborare nelle energie è invece un vero superamento del sé ed innalzamento a Dio. “Lì, accampato sulla costa, comprendevo di essere parte intrinseca della natura, di ogni suo aspetto, di essere un frammento di Dio, di essere non un suo suddito ma un suo operaio, un suo braccio, un suo aiutante a cui era concessa libera d’inventiva.”

Piccola parentesi sul manoscritto: vi posso assicurare che tenere in mano un libro che è stato completamente scritto e non stampato, poter osservare i disegni e le decorazioni che contornano le pagine, avere davanti la bellissima grafia dell’autrice è una cosa veramente indescrivibile. Si riesce a percepire una nostalgia e una bellezza che non so nemmeno quantificare, infatti non so far altro che complimentarmi e ringraziare Nicole per questo dono meraviglioso. Tra l’altro tutte le decorazioni ai margini ricordano quasi un manoscritto antico!

Il libro mi ha colpita moltissimo, è affascinante e riesce ad essere molto introspettivo ed evocativo; attraverso la narrazione possiamo guardarci moltissimo dentro e possiamo riflettere molto molto intensamente.

Le mie parti preferite sono state indubbiamente la Settima Preghiera (mi ha veramente colpita l’immagine mentale dell’arpa dorata perché ha scatenato in me una bellissima sensazione), la Quarta Luna Nera (breve ma intensissima), la Nona Luna Nera (con il bellissimo accenno alle nubi) e Sotto il Giudizio del Sole (che mi ha emozionata).

Non mi resta che consigliarvi questo testo e invitarvi a lasciarvi cullare nella lettura di voi stessi tramite le parole dell’autrice.

Caterina

La fidanzata d’America | G. Cafari Panico

Hey readers,

oggi vi porto una bellissima collaborazione con muselunghe, una pagina Instagram a cui fa capo un’associazione culturale che promuove e produce cultura sostenendo ogni Musa.

“La fidanzata d’America” è la storia di Ada e di un matrimonio molto complicato. Ci troviamo in Abruzzo nel 1920, quando il fratello della nostra protagonista viene riaccompagnato a casa direttamente con la carrozza reale, essendo diventato il confessore ufficiale della Regina del Regno d’Italia. Nicola è stato costretto a rientrare visto che la sua situazione sanitaria è in continuo peggioramento per la scheggia che, durante la Prima Guerra Mondiale (mentre faceva il cappellano al fronte), lo ha colpito alla gamba. Al suo ritorno apprende che la cara sorella è ufficialmente fidanzata con un ragazzo della zona, un apprendista sarto parente di briganti locali. Nonostante il padre abbia dato il consenso formale, sia lui che la matrigna, che tutta la famiglia sono altamente contrari e cercano di fare di tutto per farle cambiare idea. Infatti, al disonore generale si unisce anche il fatto che il ragazzo si sia trasferito in America per cercare lavoro e abbia promesso di raccogliere il denaro per far espatriare anche Ada. Tutta questa situazione porterà la nostra protagonista a riflettere molto sulla propria situazione e alla fine dovrà decidere. [per sapere cosa decide dovete assolutamente leggere il libro]

Alcuni dei primi capitoli sono molto brevi e come sapete è una cosa che mi piace molto perché la lettura si può facilmente interrompere senza perdere il segno. Ho apprezzato pienamente anche la copertina che è molto minimalista ed io vado pazza delle edizioni fatte così!

Mi è piaciuta la contestualizzazione storica: l’ho trovata molto dettagliata, specifica e veritiera, è un approccio molto diretto a una visione culturale che si può risentire solo nei racconti dei nonni. Tra le altre cose, non avevo mai letto un libro ambientato in Abruzzo e per me è stata una piacevole novità per tutti gli accenni al paesaggio.

Mi ha colpita la figura del fratello perché da tutta la popolazione locale è percepito come una persona straordinaria, di grandissimo rispetto e, in parte, attribuisce un valore superiore alla sua famiglia. Ada, però, ne parla come di una persona normale, con malumori, sofferenze e vizi, percependolo come il giovane troppo vicino alla morte che effettivamente si trova davanti ogni giorno.

SPOILER: per quanto riguarda la scelta finale della protagonista sono stata molto combattuta e non so se ho apprezzato molto la sua decisione, sono riuscita a capire che le sue scelte erano mosse dal desiderio di fuggire da una situazione familiare tremendamente pesante e oppressiva, ma non so se, alla fine, i suoi sentimenti fossero così reali o se fosse un modo di accontentare un po’ tutti!

Caterina

Una questione privata | B. Fenoglio

Hey readers,

Oggi vi porto una meravigliosa lettura partigiana, che fa parte della categoria che può rientrare nei classici moderni.

“Una questione privata” si apre con Milton, un giovane studente partigiano che si reca, mettendo in pericolo sé e il suo compagno, nella casa in cui si è innamorato. In questa elegante villa di campagna ha abitato (per un breve periodo necessario a proteggersi dai bombardamenti a Torino) Fulvia, una giovane ragazza di cui il nostro protagonista si è perdutamente innamorato. La custode della casa lo lascia entrare pur sapendo chi è perché aveva sempre provato molta tenerezza per il ragazzo. La donna gli racconta degli strani incontri che avvenivano tra la signorina e Giorgio, un amico del ragazzo. Milton viene pervaso da un fortissimo desiderio di sapere se i suoi sospetti e quelli della governante fossero sensati e si decide di andare a fare una visita al ragazzo che fa il partigiano presso il suo vecchio gruppo. Solo che la ricerca si rivelerà più difficile del previsto…

Ho apprezzato l’alternarsi tra presente e flashback del passato anche se spesso non erano divisi molto e ci mettevo qualche riga a percepire il cambiamento temporale.

Mi ha colpito molto questo libro perché si addentra in una realtà molto delicata (quella dei partigiani appunto) attraverso l’espediente dell’amore e della scoperta di questo segreto.

Il libro è a modo suo crudo e diretto, quasi freddo verso una realtà che è tutto fuorché una cosa facile da descrivere e metabolizzare. Questo particolare rende l’impatto letterario ancora più forte!

Oltre al contesto partigiano, è affascinante l’analisi e lo sviluppo personale del protagonista, le sue emozioni sono tremendamente vere e giovanili; fortemente in contrasto con la durezza della vita che ha scelto di condurre, che è pericoloso, “illegale” e densa di crudeltà.

Sono bellissimi l’ospitalità e l’affetto rivelati dalle persone de luogo che incontrano i partigiani. Tutti sono disposti a dar loro una mano, molti hanno figli o nipoti partigiani a loro volta e, nonostante la diffusa povertà, cercano sempre di sfamare e accudire questi giovani. [SPOILER: mi ha colpita anche la scena in cui i partigiani si trovano a casa della maestra fascista e devono scegliere cosa fare di lei!].

Caterina

Ciò che inferno non è | A. D’Avenia

Hey readers,

oggi vi porto un bellissimo romanzo che parla di mafia e di degrado, ma al tempo stesso di lotta e rivalsa; basato sulla vita di un personaggio realmente esistito Don Pino Puglisi.

“Ciò che inferno non è” racconta la storia di don Pino Puglisi attraverso gli occhi del giovane Federico, uno dei suoi studenti nel liceo in cui insegna. Durante l’estate il nostro protagonista rinuncia a un meraviglio viaggio-studio in Inghilterra dopo aver scoperto l’immenso potenziale e la grande gioia che riesce a trarre dall’aiuto dato al professore. Provenendo da una famiglia palermitana benestante inizialmente è sconvolto quando si ritrova a girare per il quartiere di Brancaccio, si sente per la prima volta come se non conoscesse la sua città e fosse sempre vissuto in una “nuvola” per tutta la vita! Durante l’estate il poeta (come fede viene chiamato da suo fratello) si troverà a rinnegare gli amici di una vita vedendoli in un’ottica diversa e astiosa; inoltre si innamorerà di una ragazza del quartiere, Lucia, che pur vivendo in una realtà diversa dalla sua ha molti aspetti che la legano al ragazzo (per esempio l’amore per i libri). Mediante lo sviluppo emotivo e di consapevolezza del ragazzo ripercorreremo anche le tappe biografiche che hanno portato all’uccisione del prete che combatteva la mafia (ovviamente non consideratelo uno spoiler perché è un dato di fatto indipendente dal libro).

Nel libro troviamo una nota ampiamente culturale che ho apprezzato molto: ho notato molte descrizioni della città di Palermo e della sua conformazione, da aggiungersi a un’ampia digressione storica sui vari popoli che conquistarono ed abitarono l’isola (es. come la chiamavano, quali caratteristiche apprezzavano e dove costruivano i loro palazzi).

I bambini possono dimostrare quanto, in quella situazione sociale, sia importante e potente il gruppo nell’orchestrare le loro azioni e nel porre leggi non scritte che sono necessariamente seguite per stare con gli amici. E’ molto commovente come spesso bambini piccoli soffrano nel fare determinate azioni (es. tirare calci al cane morente).

Riesce a contestualizzare a pieno come la mafia (o le organizzazioni criminali in generale) sia in grado di prendere il controllo di un territorio che viene abbandonato o messo da parte dalle istituzioni statali e come spesso gli stessi enti statali si prestino a favorire associazioni di stampo mafioso e persone d’ “onore”.

Ho apprezzato moltissimo la forte rivalsa sociale che si respira tra le pagine, non tanto come realtà effettiva, quanto come speranza, come desiderio che i personaggi rincorrono, ognuno a modo suo…

Un libro veramente bello sia per conoscere la storia e la realtà attraverso una storia che non va ad essere pesante quanto una biografia, sia per concedervi a una lettura emozionante, sconvolgente e da lacrime!

Caterina

Soleana | Sciortino & Maiorano

Hey readers,

oggi parliamo di un’interessante storia che ho avuto il piacere di leggere grazie a una collaborazione con le due autrici, che ci tengo a ringraziare particolarmente anche qui per la grande possibilità che mi hanno dato.

“Soleana” racconta una storia avventurosa e coinvolgente. Ailea (la nostra protagonista) è cresciuta in orfanotrofio e, una volta diciottenne, si è trovata a condurre la sua vita adulta convivendo con la desolazione di cui si riempie il suo cuore e con i pesanti ricordi che le fanno persistere la sensazione di non essere amata, in quanto era l’unica bambina che nessuno voleva adottare. Per mantenersi lavora in una caffetteria sulla spiaggia di Soleana (nota come località dio turismo estivo) dove ha sviluppato un bellissimo rapporto con la titolare, Rose. Nel suo tempo libero ha la passione per la lettura che riempie, insieme al lavoro, le sue giornate e, talvolta, le sue nottate. La sua vita inizia a mutare quando al locale viene assunta una nuova cameriera Amelia che si rivela inizialmente molto impacciata e timida; perciò la nostra protagonista sin da subito inizia a “seguirla” nel lavoro per evitare che faccia pasticci e che, in particolare con un antipatico gruppo di ragazzi, finisca per mettersi nei guai. Già in quella giornata Ailea inizia a sentire i pensieri delle persone intorno a lei, pensa di star impazzendo e si sente molto frastornata e stranita. Dal giorno successivo le vite di entrambe cambieranno drasticamente, le due giovani scopriranno moltissime cose sul loro passato e su quello che le aspetterà nel loro futuro…

Ho apprezzato moltissimo l’empatia che si instaura con i personaggi, sono così ben descritti da essere in grado di trasportarti ed alienarti nella storia.

Per quanto mi riguarda trovo la trama molto originale e ben strutturata, i personaggi sono ben caratterizzati e l’intreccio tra i fatti e le tracce che sono lasciate leggendo portano in una maniera molto intrigante ad arrivare a fare ipotesi ed incuriosirsi ancora di più.

Questo libro è molto originale soprattutto per il genere fantasy che se non viene “pensato” bene finisce per assomigliare altri libri libri dello stesso genere molto più famosi. Sono felice di poter dire che questo testo non sembra aver preso “ispirazione” da niente che non sia l’ampia fantasia e il duro lavoro delle autrici.

Un elemento molto piacevole che ho riscontrato è la mancanza di punti che risultino noiosi, per intenderci è privo di lunghe descrizioni non necessarie e dialoghi che non siano veramente importanti per la storia.

Ho trovato molto interessante la tematica di ricerca del passato che dal punto di vista letterario è una delle cose che preferisco perché mi affascina moltissimo.

Vi consiglio assolutamente di leggerlo!

Caterina